Lâ€Associazione: “Settore in forte espansione, va valorizzato e fatto conoscere meglioâ€
350 locali di ristorazione più 150 “kebabbariâ€, oltre 100 negozi e 20 aziende di importazione e distribuzione: sono questi i numeri delle attività di cucina e di prodotti etnici a Torino. Oltre 70 di essi (55 locali e 12 botteghe) sono recensiti nella prima edizione di Best Eathnic Torino, la guida ai migliori ristoranti e foodshops di world food, fusion, ethnicusine e street food della città . La guida è digitale e gratuita: https://www.ilgastronomade.com/best-eathnic-torino-2023/.
Curata da Vittorio Castellani aka Chef Kumalè e sostenuta da Confesercenti di Torino e provincia, Sidea Spezie e altri sponsor minori, è stata presentata questa mattina nella la sede di Confesercenti Torino in corso Principe Eugenio 7f, con lâ€autore e il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri. Sono intervenuti molti dei titolari delle attività presenti sulla guida, che hanno raccontato le loro storie.
“Si tratta – ha detto Vittorio Castellani – un settore in crescita esponenziale almeno dal 2015 e dopo la parentesi del Covid sta riprendendo nuovo vigore: purtroppo non è ancora conosciuto a sufficienza e lo spazio che gli dedicano i mezzi di informazione è ancora troppo esiguo. La guida ha lâ€ambizione di contribuire a colmare questa lacuna e vuole essere uno strumento utile per i tanti – soprattutto giovani – che vogliono avvicinarsi a un tipo di cucina non tradizionale. Non ci sono i voti o le stelle: non si tratta di dare le pagelle ma di essere utili al lettore-consumatore sul piano informativoâ€.
Torino è, dopo Milano e Roma, la terza città dâ€Italia per numero di attività e anche per qualità e varietà . Quattro, in particolare, le aree di aggregazione dei locali: Barriera di Milano, San Salvario, Porta Palazzo e Borgo san Paolo. Ma non si tratta solo di ristoranti. Stanno ormai prendendo piede anche aziende agricole che producono nel Torinese la materia prima: “La materia prima – ha spiegato Castellani – è essenziale e grazie a queste nuove realtà abbiamo la cucina etnica a Km zero“.
Per quanto riguarda la nazionalità dei locali, al primo posto câ€Ã¨ la Cina, poi Turchia, Marocco e Perù. Nei negozi, Cina sempre al primo posto seguita da Perù, Marocco e America Latina.
“Siamo lieti – ha commentato Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – di partecipare come sponsor alla bella avventura di “Best Eathnicâ€. Ma la nostra non vuole essere una semplice sponsorizzazione, bensì la condivisione più profonda di unâ€iniziativa che mette in luce un aspetto di Torino non sempre adeguatamente conosciuto; tanto più se al timone câ€Ã¨ Vittorio Castellani, con il quale intercorre una lunga consuetudine fatta di stima e collaborazione. I locali e le botteghe che la guida segnala rappresentano storie ed esperienze imprenditoriali che meritano di essere valorizzate e Confesercenti è impegnata su questo: dâ€altra parte, Torino è sempre stata un modello di inclusione e apertura verso chi ha idee e voglia di fare. Le tante attività dedicate alla cucina etnica che ormai Torino può vantare rappresentano non soltanto lâ€indice dei tanti cambiamenti che stanno avvenendo in città , ma anche unâ€offerta sempre più ampia e varia dal punto di vista enogastronomico, sia per i torinesi sia per i turisti. In questo settore tradizione e innovazione non sono in contrapposizione“.
Il fatto che la guida sia in formato digitale consente aggiornamenti e inserimenti in tempo reale: “Data la continua evoluzione e e il rapido ampliamento del settore ce ne sarà bisognoâ€, ha detto Castellani. E dai ristoratori è già venuta la richiesta di una traduzione in cinese.
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